“Abbiamo il dovere morale di riqualificare, razionalizzare e ristrutturare il complesso del Poggio”. Così l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Grosseto, Antonella Goretti, ha voluto presentare pubblicamente in sala consiliare il progetto di complessiva ristrutturazione dell’edificio adibito ad “emergenza abitativa” di Roselle, di proprietà comunale e dal 2013 gestito dal Coeso.

 “Lo faremo – ha proseguito l’assessore – sulla base del progetto esecutivo approvato nella Giunta di martedì che prevede un investimento di 800mila euro, di cui la metà cercheremo di reperirli partecipando al bando per progetti di investimento sociale messo in piedi nelle scorse settimane dalla Regione Toscana mentre il resto verranno dalle casse comunali”.

Il progetto prevede di intervenire in maniera piuttosto radicale sul complesso edilizio da 93 alloggi (bilocali e monolocali) storicamente sovraffollato e difficile da manutenere. Si interverrà con il totale rifacimento degli impianti, dei pavimenti, dei rivestimenti, degli infissi, delle terrazze, demolendo ogni eventuale abuso ma, soprattutto, definendo una complessiva redistribuzione degli alloggi e delle aree comuni. Verranno infatti ristrutturati 14 monolocali per trasformarli in 7 trilocali al primo piano, ristrutturati 12 bilocali al secondo piano da trasformare in 24 monolocali e ristrutturati anche 10 monolocali al terzo piano da trasformare in 5 trilocali. Gli appartamenti passeranno da 93 a 83, di cui 12 specifici per famiglie numerose, 20 per famiglie di 4 persone. Nascerà un “piano assistito” per le situazioni bisognose di maggiore assistenza. In più verranno riqualificati anche i locali dell’ex pizzeria, trasformandoli nella sede del centro sociale per anziani di Roselle e destinando altre due stanze a laboratorio e area ludica per i residenti, in particolare per i bambini. All’interno della struttura ci saranno locali dove risiederà stabilmente personale dei servizi sociali e verrà previsto un servizio di “guardiania” permanente.

“Il Poggio diventerà un vero e proprio condominio assistito” ha riassunto la Goretti. Anche il sindaco Bonifazi ha voluto commentare il progetto: “E’ una scelta di civiltà che ci consente di creare condizioni migliori per la qualità della vita di tante famiglie bisognose e, allo stesso tempo, di ritornare al ruolo originario di quella struttura”. Il complesso di lavori previsti fa parte di un progetto più generale di ridefinizione dei criteri di emergenza abitativa, il cui regolamento sarà presto modificato in base alle nuove esigenze sociali. “Si tratta di una sorta di patto tra l’amministrazione pubblica e i cittadini – ha voluto spiegare l’assessore Goretti – che parte da alcuni presupposti: noi abbiamo il dovere di porre fine a condizioni di degrado inaccettabili in quella struttura e i residenti devono comportarsi in maniera corretta, pagare l’affitto davvero simbolico previsto, altrimenti le sanzioni saranno durissime. Inoltre ci sono famiglie che risiedono lì da anni e che spesso non rispondono più ai criteri dell’emergenza abitativa, mentre tante persone in condizioni di indigenza grave continuano a restare senza un tetto. La conseguenza è di un’evidenza assoluta – ha proseguito l’assessore -, vale a dire l’assenza spesso di una coerenza tra alcuni residenti e concetto di emergenza. Noi dobbiamo garantire un tetto a chi non ce l’ha per un periodo limitato e in condizioni dignitose, dopo di che dobbiamo accompagnarlo attraverso numerosi percorsi già attivi per trovare una casa e liberare posti per chi davvero rischia di finire sotto un ponte”.

La conferma a queste parole viene anche dal direttore del Coeso Fabrizio Boldrini per il quale: “(…) data la forte pressione sull’emergenza abitativa che noi affrontiamo in molteplici modi, il rispetto delle regole è fondamentale. In un momento di forte difficoltà come quello che stiamo vivendo l’azione pubblica deve essere ferma e rispettosa delle leggi. Coeso – ha proseguito – prova a intervenire prima che si verifichi l’emergenza ma, in alcuni casi, le famiglie credono che lasciar precipitare la situazione dia maggiori garanzie per avere accesso impropriamente alla graduatoria delle case popolari senza bando, cosa che non è possibile per legge. Gli assistenti sociali hanno il dovere di accompagnare le famiglie fuori dallo stato di bisogno”. “Quello che infatti il Coeso  – ha ribadito l’assessore – ha già iniziato a fare riducendo le liste di attesa di accesso al Poggio da ben oltre 100 a 27 negli ultimi due anni. Il Comune ha il dovere morale di aiutare tutte le persone che hanno reale bisogno e accompagnarle tutte lungo una strada di ricollocazione abitativa stabile. Ma le case dell’emergenza abitativa non sono case popolari, bensì alloggi di fortuna, a tempo determinato e in condizioni di decoro”.

 

Alcuni dati sull’emergenza abitativa