Approvati dall’assemblea del soci del Coeso Società della Salute il bilancio consuntivo 2019 e il bilancio di previsione pluriennale 2020 – 2023. Questa mattina, infatti, l’organismo composto dai sindaci dei 20 comuni consorziati e dall’Azienda Usl Toscana sud est si è riunita votare i due documenti che fotografano lo stato economico dell’ente che eroga servizi per gli oltre 170mila cittadini dell’area socio sanitaria Amiata grossetana, grossetana e Colline Metallifere e stanziano le risorse per il futuro.
IL BILANCIO CONSUNTIVO 2019
Il 2019 si chiude con 23 milioni e 406mila euro impiegati per l’erogazione dei servizi ai cittadini. “Una cifra importante determinata dalle risorse messe a disposizione dei comuni per circa un terzo e, per due terzi, da finanziamenti legati a particolari progetti regionali o europei messi in campo della SdS”, commenta il direttore Fabrizio Boldrini. Il 2019 ha visto una difficoltà finanziaria del Coeso, che come evidenzia il bilancio, vantava crediti per oltre 17 milioni di euro: più di 8 milioni dai comuni e cerca 3 milioni di euro dalla Asl. “Abbiamo ovviato a questo con la disponibilità del nostro servizio di tesoreria, Banca Tema, che ci permette una esposizione particolarmente forte che, 2019, è stata necessaria per erogare servizi e prestazioni – precisa Boldrini – Nel 2019 abbiamo investito oltre 2 milioni di euro al mese in servizi, effettuato oltre mille mandati al mese per altrettanti cittadini in difficoltà economiche ed erogato servizi per più di 20mila persone nell’anno”. Una situazione economica, quella del 2019, che fotografa però una realtà ormai profondamente diversa da quella attuale. “Con la pandemia stiamo assistendo a un repentino cambio nei bisogni delle persone – aggiunge Boldrini – e per questo, contestualmente al bilancio consuntivo, i soci hanno approvato il bilancio di previsione pluriennale che, già nei prossimi mesi, avrà bisogno di essere messo a punto per quanto riguarda le risorse a disposizione nel 2021”.
IL BILANCIO PLURIENNALE DI PREVISIONE
Se nel 2019, infatti, la macchina amministrativa era servita a erogare servizi sociali tipici – dai servizi per gli anziani a quelli per minori e famiglie, da prestazioni per la disabilità a quelle per la salute mentale – nei mesi a venire si dovranno attivare nuove modalità per sostenere le tante famiglie che si trovano in difficoltà a seguito del lockdown. “Ricalibrare i nostri servizi per dare modo alle persone di fuoriuscire dalla stato di bisogno e non per garantire loro la semplice sussistenza, è una decisione che la giunta del Coeso ha preso nei mesi scorsi – precisa Boldrini -. L’autunno sarà il vero e proprio banco di prova perché immaginiamo che tante persone che sono riuscite a lavorare in questo periodo estivo si troveranno nei mesi a venire in grande difficoltà. Per questo abbiamo destinato una serie di risorse a una sorta di prestito d’onore: un modo per finanziare le idee e i progetti di chi ne avrà bisogno. E’ uno strumento nuovo per la SdS, che si unisce però ad altri mezzi messi in campo, ad esempio, dal Comune di Grosseto con il supporto di Banca Tema”. Finanziare progetti e idee, infatti, è un modo per contribuire alla fuoriuscita dello stato di bisogno e permettere alle persone in difficoltà di trovare la propria strada, uscendo dalla logica di sussistenza.
Per questo motivo il bilancio di previsione prevede una crescita fino a 32 milioni di euro per l’anno 2021, che è dovuta sia all’aumento della quota di compartecipazione dei comuni sia alle progettualità e al trasferimento delle quote sanitarie per le Rsa: risorse che saranno destinate, completamente, ai servizi per i cittadini.
“Uno degli obiettivi per i prossimi anni – aggiunge Boldrini – è quello di arrivare gradualmente ad uniformare le quote di compartecipazione dei Comuni. Nel momento dell’unificazione, infatti, i Comuni dell’ex zona grossetana erogavano 46 euro per ogni cittadino residente, mentre nei comuni delle ex zone Colline Metallifere e Amiata grossetana si oscillava dalle 32 alle 34 euro pro capite. Una differenza che ha comportato difficoltà nel rendere omogenei i servizi. Nel 2020 tutti i comuni hanno deciso di stanziare almeno 36 euro pro capite per aumentare progressivamente gli investimenti”.
RISULTATI RAGGIUNTI
Nel complesso, l’anno concluso e i primi mesi del 2020, ha visto la Società della Salute affrontare diverse difficoltà a partire dal quelle organizzative dovute alla fusione e alla necessità di omologare approcci e filosofie diverse nell’erogazione dei servizi. Nel far fronte alle diverse risorse stanziate dai Comuni per ogni cittadini residente si è raggiunto un importante risultato che, nei prossimi mesi, sarà replicato anche in altri ambiti: per le persone non autosufficienti e disabili, infatti, sono state stabilite le stesse prestazioni assistenziali, grazie alle risorse economiche derivanti dai progetti. “Siamo riusciti così – continua Boldrini – a garantire le stesse identiche prestazioni ai cittadini da Santa Fiora a Monterotondo Marittimo e da Grosseto a Montieri, uniformando, di fatto i servizi. E’ una scelta che replicheremo in altri ambiti fino ad arrivare alla completa omologazione dei servizi”.
L’altra difficoltà, ancora di risolvere del tutto, è l’organizzazione della macchina amministrativa. “Uno studio ha stimato che per il funzionamento corretto della produzione dei servizi la nuova Società della Salute avrebbe avuto bisogno di 58 dipendenti in più. L’assemblea dei soci ha deliberato l’assunzione di 28 persone, di cui 17 assistenti sociali, ma i concorsi sono stati ritardi a causa del Covid. Nei prossimi mesi speriamo – conclude il direttore Boldrini – di portare a termine le procedure e immettere nuovo personale da destinare alle aree adesso più in difficoltà: i comuni amiatini e quelli delle Colline Metallifere”.