Sono 241,5 i milioni di euro spesi nella provincia di Grosseto, nell’anno 2019, per il gioco d’azzardo. A testimoniarlo il report, a cura di Simurg Ricerche e Coeso Società della Salute, su gioco d’azzardo e sulla diffusione, sulla propensione e sugli effetti patologici che questo comporta. Dal report si evince che i soldi spesi in provincia di Grosseto sono stati destinati principalmente alle slot (36%) e alle videolottery (31%), mentre al terzo posto le lotterie istantanee (12%) seguite dal gioco del lotto (8%) e con percentuali minori da quota fissa, superenalotto, scommesse virtuali e altro.
“Nonostante l’emergenza legata alla pandemia che siamo vivendo – dice il direttore Fabrizio Boldrini – l’attività di informazione e prevenzione e sensibilizzazione sui rischi legati al gioco d’azzardo non deve fermarsi. La ludopatia, che si dovrebbe chiamare ‘azzardopatia’, come molti esperti sottolineano, infatti, è un elemento che incide profondamente sulla tenuta sociale e sullo stato di salute delle persone che ne sono affette e sui loro familiari e, in un momento di grave crisi economica come quello attuale, i rischi connessi al tentativo di ‘fare fortuna’ come strumenti come il gioco d’azzardo sono ancora più in agguato”.
I numeri del report mostrano come in provincia di Grosseto siano 1.265 gli euro spesi in media nel 2019 per il gioco d’azzardo per ogni maggiorenne, contro i 1.094 spesi per ogni residente. Se invece si entra nel dettaglio analizzando la spesa annuale dei singoli comuni troviamo Follonica al primo posto, con la spesa più alta, con ben 1.796 euro seguita da Scarlino (1.733), Orbetello (1.723) e Grosseto (1.667), mentre al quinto posto si attesta addirittura la media della spesa annua Toscana, con 1.535, seguita dalla media della spesa in Italia (1.488). Al nono posto, invece, la media della provincia di Grosseto con 1.265 euro spesi nel 2019 da ogni maggiorenne.
“Si tratta di numeri preoccupanti – aggiunge Massimiliano Marcucci, responsabile dell’Unità funzionale servizi socio educativi del Coeso – che indicano un aumento costante della spesa ogni anno, anche a fronte di una leggera riduzione degli esercizi commerciali che posseggono le cosiddette ‘macchinette’. Inoltre abbiamo un rischio molto alto per i soggetti dai 14 ai 19 anni che nella nostra zona-distretto arriva a una percentuale del 7,4%.”.
Chi è vittima del gioco d’azzardo o ha familiari in difficoltà può rivolgersi al servizio sociale del Coeso e al settore Dipendenze dell’Azienda Usl Toscana sud est. “I percorsi di uscita dalla dipendenza – conclude Boldrini – sono possibili e il primo passo è la consapevolezza del problema. Ecco perché da tempo ormai, lavoriamo alla raccolta e all’elaborazione dei dati, fondamentali per comprendere il fenomeno e provare a gestirlo”.