Giovani e giovanissimi che si confrontano con le istituzioni e chiedono quello che, secondo loro, renderebbe Grosseto una città migliore. E’ accaduto al centro sociale di via dei Barberi per l’incontro con 230 studenti di “Street’s rooms”, il progetto promosso dal Comune di Grosseto e dal Coeso Società della Salute. Presenti all’evento l’assessore al Sociale del Comune di Grosseto Mirella Milli, Fabrizio Boldrini, direttore della Società della Salute, il giudice Marco Mezzaluna in rappresentanza del Tribunale di Grosseto e altri rappresentanti degli enti coinvolti.
Elemento di partenza del confronto i risultati di un’indagine condotta su quasi 3mila adolescenti del territorio per capire le loro abitudini e i loro desideri. Un percorso realizzato nei mesi scorsi dagli operatori e dai ragazzi del progetto curato dalla coordinatrice pedagogica Francesca Pantalei. A rispondere alle domande sono stati 2800 ragazzi e ragazze di età compresa tra gli 11 ed i 20 anni. Dalla ricerca azione finalizzata all’analisi delle abitudini, degli interessi e dei luoghi scelti dai giovani nel loro tempo libero sono emersi dati interessanti. Il 30,8 per cento dei ragazzi grossetani ha, ogni giorno, a disposizione circa due ore da dedicare ad attività che non siano scolastiche. L’89,9 per cento ha un gruppo di amici che frequenta almeno una volta a settimana, e l’86,2 per cento è abituato a trovarsi nel pomeriggio durante i giorni di scuola e il 60,7 per cento anche dopocena. Nel fine settimana poi, il 93 per cento esce nel pomeriggio e il 61,3 per cento anche dopocena. Le zone della città preferite solo il centro storico (con il 57,5 per cento), seguito dal quartiere Barbanella (17,9 per cento) e dal quartiere Pace (12,8 per cento) e tra i punti di ritrovo preferiti ci sono piazze, parchi pubblici e centri commerciali.
Secondo i giovani grossetani, poi, c’è una carenza di spazi pensati per i ragazzi, ma esiste anche una soluzione: quella di attrezzare e destinare i parchi pubblici e le zone verdi ad aree pensate proprio per i giovani. Tra le attività che vorrebbero poter compiere liberamente quella di writing, ovvero la realizzazione di murales, la possibilità di fare musica, dando vita a vere e proprie jam session o battle di free style, e spazi per fare sport e parkour in sicurezza. Tutte richieste che i partecipanti hanno espresso anche ai rappresentanti delle istituzioni e che andranno a svolgere con lo staff di Street’s. Coprogettando insieme al team di Street’s, iniziative nei vari quartieri. Perché sempre più la città, sia una comunità educativa.
“E’ stato un momento molto bello – commenta l’assessore Milli – che rappresenta in pieno lo spirito con cui abbiamo promosso questo progetto: quello di imparare ad ascoltare i giovani, intercettando i loro bisogni e creando un ambiente cittadino accogliente che li allontani da comportamenti devianti”.
“Il compito delle istituzioni – ribadisce Fabrizio Boldrini, direttore della Società della Salute – è anche questo: ascoltare i cittadini di tutte le età e provare a dare risposte”. Intanto il progetto Street’s rooms va avanti.
“Continuando a promuovere anche grazie alla collaborazione di associazioni ed esercenti – conclude Francesca Pantalei – modelli di aggregazione ‘sana’, dove il divertimento e lo stare insieme prescindano dall’uso di sostanze, da comportamenti sbagliati, da azioni eclatanti e i giovani ci seguono, hanno desiderio di condividere, di progettare insieme, di mettersi in gioco nel rispetto delle regole”.