Si chiama “Street’s rooms” è il progetto concepito da Coeso SdS Grosseto su richiesta del Comune, in collaborazione con un team di esperti. Nasce con lo scopo di capire cosa la città offra per i ragazzi, come venga da loro percepita e vissuta e quali spazi di ritrovo culturali, ricreativi, sportivi metta a disposizione dei gruppi giovanili spontanei.
È rivolto a ragazzi dai 12 ai 25 anni e si propone di creare una rete tra i giovani, le famiglie, le scuole, le associazioni, gli esercenti e tutti coloro che sentono di voler essere attivi e protagonisti della coorganizzazione di iniziative e di eventi per il tempo libero e la socializzazione tra pari e tra generazioni diverse.
“Troppe segnalazioni e troppi episodi di cui siamo stati diretti testimoni sul disagio giovanile nelle piazze e nelle strade cittadine ci hanno spinti a una immediata e attenta riflessione su come intervenire, con gli strumenti e le competenze a nostra disposizione per dare risposte concrete volte ad alleviare questo fenomeno – spiegano il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l’assessore alle Politiche sociali, Mirella Milli -; da qui l’idea di intervenire direttamente nei luoghi in cui i giovani e i giovanissimi si ritrovano e approcciarsi con loro in modo diretto condividendone le esigenze, i dubbi, le criticità, oltre che fornire loro un riferimento certo di cui potersi fidare e a cui potersi affidare nell’ascolto dei bisogni legati allo svago e al tempo da trascorrere insieme”.
“Street’s rooms è un progetto di educativa di strada che si basa sul contatto diretto con i destinatari dell’iniziativa. Coeso ha già sperimentato questo tipo di approccio, che funziona in maniera particolare con i giovani, ma che può essere replicato anche per altre fasce di popolazione – dice Fabrizio Boldrini, direttore del Coeso SdS -. Dobbiamo ricordare, però, che gli episodi di vandalismo e devianza giovanile nascondono un disagio profondo, nella condizione dei ragazzi e delle loro famiglie, che deve essere individuato e superato”.
“Si tratta di un nuovo modo di concepire i servizi sociali, che supera il tradizionale approccio basato sull’attesa della persona, ma prende l’iniziativa, andando a intercettare i bisogni e le problematiche là dove nascono, cercando di affrontarli, insieme ai diretti interessati, prima che si acuiscano” – spiega Renza Capaccioli, responsabile dell’unità funzionale servizi sociali residenziali del Coeso SdS –. Un modo per fare comunità in una fase storica in cui l’individualismo caratterizza la nostra società”.
L’idea è quella di creare uno staff intergenerazionale che aiuti i ragazzi e i giovani a essere protagonisti positivi della vita della città per aiutare le istituzioni a capire come incontrare e soddisfare le loro esigenze (accoglienza, accettazione, bisogno di incontrarsi, di esprimere la propria creatività e definire la propria identità sociale).
A questo proposito è già stata effettuata una prima attività nelle scuole cittadine (scuole medie e superiori) che si sono messe a disposizione con gli uffici di dirigenza e tutto il personale per raccogliere una serie di informazione attraverso un questionario proposto on line agli insegnanti, alle famiglie e ai ragazzi (per chi non l’avesse ricevuto lo può trovare dalla pagina fb di Street’s rooms o sul sito www.streetsrooms.wordpress.com). Un altro passaggio riguarderà le opinioni degli esercenti, di chi è impegnato in associazioni di vario genere, di chi si relaziona (o si è relazionato a lungo) per lavoro o per altre scelte con i giovani.
Il lavoro consiste quindi in due momenti clou: una mappatura del territorio alla ricerca dei luoghi d’incontro spontanei, semistrutturati e strutturati per i giovani nella fascia d’età tra i 12 e i 25 anni; e la conoscenza dei vari gruppi giovanili attraverso la metodologia del lavoro di strada e aggancio di ragazzi e giovani che possano essere disponibili ed interessati a vivere più attivamente il progetto.
Info: Instagram “streetsrooms”, tel. 392/8690277, email: streetsrooms@gmail.com.