Una riforma annunciata da tempo e destinata a cambiare l’accesso ai servizi sociali e sociosanitari: si tratta della revisione dell’Isee, l’indicatore di situazione economica equivalente, stabilita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il 3 dicembre dello scorso anno.
E, proprio in considerazione dei cambiamenti che interesseranno famiglie e operatori, Coeso Società della salute grossetana ha promosso una giornata di approfondimento con gli esperti dell’azienda Clesius, specializzata in analisi dei sistemi di protezione sociale. Nella mattinata di ieri, quindi, gli operatori di Coeso SdS e dei sei Comuni dell’area grossetana hanno avuto la possibilità di confrontarsi su una riforma che nei prossimi mesi andrà a incidere sull’erogazione dei servizi e sui costi per gli utenti. Nel pomeriggio, invece, Claudio Goatelli di Clesius ha incontrato alla Fondazione “Il Sole” ha incontrato cittadini e le associazioni nel corso di un evento organizzato proprio insieme alla onlus grossetana.
L’applicazione della riforma sull’Isee avverrà nei prossimi mesi: sono tanti ancora i passaggi da effettuare – dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto, alla promulgazione dei decreti di attuazione, fino alla definizione da parte degli enti locali delle soglie minime per l’accesso ai servizi – per una completa attuazione, ma i cambiamenti saranno eventi: “Per le famiglie – spiega Fabrizio Boldrini, direttore di Coeso SdS – ma anche per il sistema di welfare”.
Con l’obiettivo di garantire maggiore equità per i cittadini nell’accesso ai servizi e realizzare uno strumento che fotografi quanto più possibile la condizione economica delle famiglie, il legislatore ha introdotto una serie di novità importanti rispetto all’indicatore attualmente in uso. Il nuovo Isee, infatti, tiene conto del patrimonio, ma anche dei consumi delle famiglie, privilegiando quelle numerose – con tre o più figli a carico – e in cui è presente un disabile. Inoltre, viene ridotta la parte di autodichiarazione, per evitare il fenomeno dell’evasione, che rappresenta uno dei limiti più evidenti dell’indicatore oggi in vigore: “Da recenti verifiche sui beni di lusso – ha spiegato Goatelli di Clesius – è risultato che fra le famiglie italiane con un valore Isee da 0 a 20mila euro il 31,7 per cento possiede un’auto di grossa cilindrata (più di 185 kw), il 42,4 per cento un’imbarcazione di media e alta fascia e il 25,7 per cento aerei o elicotteri”. “Si tratta di persone – aggiunge Boldrini – che evado due volte: da un lato non dichiarando dei redditi che effettivamente hanno e non versando le tasse allo Stato, dall’altro ricevendo, proprio in virtù del loro Isee ‘basso’, più servizi pubblici e spesso con tempi più brevi rispetto agli altri”.
La riforma dell’indicatore, comunque, non è priva di contraddizioni, non ultimo il fatto che se l’indicatore Isee si abbassa saranno molte di più le famiglie che otterranno servizi a fronte di una compartecipazione nulla o minima e questo metterà in crisi le casse degli enti pubblici: “Il 15 per cento del bilancio di Coeso – conclude Boldrini – proviene dal contributo degli utenti e riducendo questa cifra dovremmo trovare altre risorse, per scongiurare il taglio di alcuni servizi”. Per questo, nei prossimi mesi e in attesa della definizione degli ultimi elementi, Coeso si è impegnato a fare simulazioni sul nuovo Isee, anche insieme ai cittadini, interessati, e a promuovere nuovi momenti di incontro e informazione.