Garantire un nuovo sviluppo dell’agricoltura attraverso percorsi innovativi che sappiano promuovere anche il benessere delle persone e la coesione sociale: è questo lo scopo di “Amiata Responsabile”, il progetto promosso dalle Società della Salute Amiata grossetana – in qualità di capofila –, da Coeso, dai Comuni di Castel del Piano, Cinigiano, Seggiano e Roccastrada in collaborazione con la Provincia di Grosseto, il Gal Far Maremma e l’Unione dei Comuni montani Amiata grossetano.

 

Il progetto si avvale della consulenza dell’Università degli Studi di Pisa. Sono coinvolte, inoltre, aziende agricole, cooperative sociali e associazioni di categoria come Cia, Coldiretti e Confagricoltura.

Il progetto, nato nel 2009 in alcuni comuni amiatini e portato avanti dalla Strada del vino e dei sapori Montecucco, sta dando vita a una rete pubblico-privata in grado di realizzare azioni per migliorare la salute e le condizioni di vita della popolazione dei territori rurali, attraverso la diffusione e la promozione dell’agricoltura sociale, attività che impiega le risorse agricole e zootecniche di un’area per promuovere azioni terapeutiche, di riabilitazione, di inclusione sociale e lavorativa, educazione e servizi.
“Con ‘Amiata Responsabile’ – ha commentato Francesco di Iacovo, docente al dipartimento di produzioni animali dell’Università di Pisa – il territorio riesce ad andare in controtendenza rispetto al resto Paese: in un periodo di pesanti tagli si riescono comunque a garantire e mantenere i servizi coinvolgendo anche attori privati.  Inoltre, il progetto ha precorso un po’ i tempi perché proprio in questi mesi si sta discutendo di una legge nazionale sull’agricoltura sociale”.
E proprio con lo scopo di dare vita a nuovi servizi e rispondere a bisogni specifici è stato avviato il recupero, finanziato attraverso il progetto europeo Leader che ha consentito di investire circa 1 milione e 100mila euro, di 4 edifici da destinare ad azioni di agricoltura sociale rivolte a minori, anziani, diversamente abili e soggetti svantaggiati a bassa contrattualità lavorativa.
A Montenero d’Orcia (comune di Castel del Piano) e Sasso d’Ombrone (Cinigiano) saranno realizzati due Centri sociali rurali, ristrutturando rispettivamente la struttura della vecchia Coop e l’antica Casa del Fascio. A Seggiano, invece, è stata individuata una struttura destinata a diventare una residenza sanitaria assistenziale (Rsa), con una parte destinata a centro sociale rurale, mentre nel comune di Roccastrada, nell’edificio delle scuole medie in via delle Vigne, sarà realizzato un centro sociale rurale per minori. “Pensiamo di inaugurare il centro agri sociale di Montenero a dicembre – ha detto Claudio Franci, presidente della SdS Amiata Grossetana – per avviare le attività già dalla fine di questo anno”. Mentre la Società della Salute grossetana “… ha intenzione di riproporre il prossimo anno l’esperienza dei campi estivi per minori dedicati all’agricoltura sociale in tutti i sei comuni dell’Area e di estenderla anche al periodo privamerile e autunnale” ha spiega Massimiliano Marcucci, dirigente dell’Unità funzionale servizi socio educativi di Coeso SdS.

Inoltre, per ampliare la rete di collaborazione è stato pubblicato un avviso per raccogliere ulteriori adesioni dei produttori e delle aziende interessate a partecipare a interventi di agricoltura sociale (il bando è consultabile sul  nuovo sito web www.amiataresponsabile.it e le manifestazione di interesse devono essere presentate entro il 31 dicembre 2012). “Attraverso questo progetto – ha aggiunto Enzo Rossi, assessore provinciale allo Sviluppo rurale – gli imprenditori agricoli coinvolti, che sono soprattutto giovani donne, ricevono un piccolo ritorno economico per il servizio reso, ma soprattutto un arricchimento personale, che li mette di nuovo al centro della comunità”.

I beneficiari delle misure attuate saranno i cittadini e, in particolare i soggetti più svantaggiati e a rischio esclusione, come i diversamente abili, gli anziani, i minori e le persone a bassa contrattualità lavorativa. La sfida di “Amiata Responsabile”, infatti, è la creazione di nuovi sistemi di sviluppo economico, che possono rivelarsi utili anche per fronteggiare l’attuale crisi, attraverso il coinvolgimento delle fasce più deboli della popolazione e l’offerta di nuovi servizi per la cittadinanza come agri asilo o centri agri sociali.

LA STORIA DEL PROGETTO “AMIATA RESPONSABILE”
Avviato nel 2009  in comuni del Monte Amiata, “Amiata Responsabile” sta interessando oggi una buona parte del territorio della Provincia di Grosseto. Promosso, nella prima fase, dalla Strada del Vino Montecucco e dei Sapori d’Amiata, ha visto il suo primo nucleo nelle azioni del Comune di Civitella-Paganico legate alla filiera corta e alla realizzazione di uno spaccio aziendale denominato “Bottega Responsabile” aperto a Paganico nel 2010.
Il percorso di sperimentazione dell’agricoltura sociale sta interessando in questo momento due Società della Salute della Provincia di Grosseto, la SdS Amiata Grossetana, che è attualmente capofila del progetto e il COeSO – SdS Grosseto insieme a quattro comuni: Castel del Piano, Cinigiano, Seggiano e Roccastrada, oltre che dieci azienda agricole. Il percorso è seguito dall’Università degli Studi di Pisa con il Prof. Francesco di Iacovo.
Recentemente hanno fatto richiesta di ingresso nel progetto la SdS Colline Metallifere, il Comune di Castell’Azzarra e l’Istituto “Giovanni Falusi” di Massa Marittima.

NELLA FOTO DA SINISTRA
Massimiliano Marcucci, Claudio Franci, Enzo Rossi e Francesco di Iacovo