Si è spento serenamente domenica scorsa, nella Casa di riposo “Ferrucci” di Grosseto, Igino Orlandini, ospite della struttura dal 2007. Orlandini avrebbe compiuto 103 il prossimo 17 aprile.
Un uomo originale che ha voluto salutare la vita come queste parole: «Igino Orlandini è lieto di annunciare a quanti lo hanno conosciuto che oggi, 26 febbraio 2012, in obbedienza alla legge naturale e universale la mia anima e il mio corpo si sono separati, a 102 anni dalla loro comparsa nel mondo dei viventi. La festa per questo importante evento (il funerale) sarà celebrata nella Cappella dell’Istituto “Ferrucci”, in Grosseto, il giorno 27 febbraio 2012 alle ore 15. La salma sarà tumulato nel Cimitero di Sterpeto. Gesù ha detto: ‘Chi crede in me anche se è morto vivrà’».
«Sentiremo molto la mancanza di Igino – ha commentato Renza Capaccioli, responsabile dell’Unità funzionale servizi socio sanitari residenziali e socio assistenziali di Coeso SdS Grosseto – la sua cultura e la sua vitalità lo portavano a proporre sempre nuove iniziative per gli ospiti del “Ferrucci”. Era un uomo semplice e buono nell’animo, garbato nel presentarsi e nell’agire, determinato nella mente, appassionato di arte, storia e letteratura. Per questo era davvero amato, dagli altri residenti, dagli operatori e dai volontari che frequentano la struttura ».
A Orlandini si erano molto affezionati anche gli studenti del Liceo “Chelli” che avevano partecipato al progetto “Storie di una nuova primavera”, che ha consentito di raccogliere in un volume i racconti di vita di molti ospiti del “Ferrucci”. E proprio parlando di loro, Igino aveva commentato nella testimonianza pubblicata : «Io oggi con i giovani mi trovo bene, non mi spaventa quello che mi dicono del loro tempo».
La modernità e la vivacità intellettuale di Orlandini avevano suscitato l’interesse dei media nel 2010, quando la sua iniziativa di allestire un albero di Pasqua – una piccola pianta di ulivo decorata con palme, fiori, uccellini e uova di cioccolata – era apparsa nelle cronache locali e nazionali. Adesso quel piccolo progetto è diventato una tradizione per la casa di riposo “Ferrucci”.